Armillaria mellea (Vahl: Fr.) P. Kumm
Nome comune:
chiodino
Etimologia:
dal latino melleus, color del miele
Cappello:
fino a 15cm di diametro, da globoso a depresso, cosparso di fini squamule brunastre fugaci per la pioggia. Orlo sottile e ondulato, di colore ambra-giallastro, più scuro in centro. Le lamelle sono abbastanza fitte e adnate-decorrenti, prima bianche, poi gialle e infine maculate di bruno-rossastro.
Gambo:
cilindraceo, a volte ingrossato alla base, più scuro verso il basso presenta crescita cespitosa. Fibroso, prima pieno poi farcito, è ricoperto da fioccosità membranacee. Presenta un anello bianco giallastro, membranoso, persistente e striato nella facciata inferiore. La carne, è biancastra e coriacea nel gambo. Odore fungino e sapore amaro.
Habitat:
parassita o saprofita su legno di latifoglie
Comparsa:
ottobre-novembre
Commestibilità:
commestibili solo dopo prebollitura ed eliminazione del gambo in quanto contiene tossine termolabili che causano sindrome gastroenterica. Infatti è la prima causa di intossicazioni da funghi in Italia. Inoltre le tossine hanno la caratteristica di essere fissate dalle basse temperature, pertanto è da evitare il consumo del fungo congelato crudo o raccolto in seguito a gelate notturne.
Specie simili:
è confondibile con le altre specie di Armillaria, parimenti commestibili dopo prebollitura, e con Hypholoma fascicolare, che si distingue per il colore giallo solferino, il sapore amaro e le lamelle, dapprima gialle e poi nere.
foto di Mario Cervini
foto di Mario Cervini
foto di Mario Cervini