La mia gratitudine innanzi tutto al Grande e Maestro di pesca al tocco Dimi, a cui devo la stupenda giornata passata ieri sul Torrente Ogliolo, presso la località S. Antonio a Corteno Golgi.
Per quest'anno credevo di aver ormai perso tutte le aperture, e con animo rassegnato, mi sarei goduto qualche pescata in torrente con serenità.
Invece, ieri ho avuto la possibilità di fare l'apertura dell'Ogliolo, che con dispiacere del Dimi e relativa arrabbiatura aveva mancato due settimane prima.
Si parte prestissimo. Sono già in trepida attesa e sono in agitazione per la bellissima esperienza che sto per vivere, la notte passa inquieta e sono sveglio già dalle 3,30.
Mi preparo con tutta calma e alle 4,25 mi faccio trovare fuori dal portone di casa ed ecco che subito spunta la macchina del Dimi, saluti di rito, presentazione con la morosa, che mi accompagna giù e vuole conoscere il mio compagno di avventura, da me spesso nominato. Si carica la pescamobile e si parte. Fermata per fare colazione veloce in tangenziale, e via verso la meta. Naturalmente in auto si parla di pesca.
La notte non sembra finire, e l'alba si fa attendere. Arriviamo al Bar di Corteno prima delle 6,00 per fare i permessi di pesca, e notiamo subito una attività insolita per l'ora e tante macchine. Entriamo nel bar e guardandoci attoniti, i nostri timori di una apertura affollata si fanno certi: ci mettiamo in coda per fare i permessi.
Dimi mi fa notare il numero sul permesso(222), mi fa capire che è abbastanza preoccupato.
Saliamo in macchina e dopo qualche minuto, risalendo la valle, con il torrente che costeggia la strada, arriviamo in un parcheggio, già abbastanza pieno, dove altri pescatori si stanno preparando.
E' ancora molto buio, l'alba non si vede. Mi preparo, indosso gilè, scarponi, preparo la tele, anche se il buio è nemico e velocemente becchiamo le prime due buche libere. Il torrente e' pieno di pescatori. E' molto inquietante.
Il tempo di aprire la tele, posizionarsi nelle buche, e incomincia ad albeggiare. Non faccio in tempo a mettermi in pesca che vedo il Dimi, già a slamare una bella fario, ma lo lascio raccontare a lui.
Incomincio a sondare la buca, e sento subito una tocca, ferro, ma la fario dopo poco si slama. Peccato, penso tra me, ma questo è di buono auspicio, sicuramente pesci ce ne sono allora. Poco dopo, infatti prendo una bella fariotta, e sondando qualche tana più su, ne prendo un'altra.
Fa freddo, c'è un aria gelida, e si va avanti con tanto entusiamo cerco di trovare altre trote.
I pescatori sono tantissimi, c'è chi passa e va, chi si ferma e sonda tutte le buche, anche quelle già passate da molti altri prima.
Ci spostiamo un po a valle e un po a monte, ma io non vedo più nulla, ne tocche ne slamate. Rompo qualche terminale, per via dell'inesperienza e arrivano le nove. Facciamo una sosta, ci allegeriamo di qualche pail, perchè la giornata si sta riscaldando un attimo, beviamo qualcosa e decidiamo di andare per la strada sino in cima e scendere per il torrente.
Andiamo sull'altra sponda e incominciamo a sondare varie buche, ma le speranze di trovare qualcosa, si affievolisce motlo: c'e troppa gente, sicuramente tutte le buche sono state passate decine e decine di volte ormai.
Scendiamo e ci troviamo più in giù, fatte ormai le 11 non abbiamo visto più nulla. La cosa è abbastanza sconfortante. Decidiamo quindi di scendere a valle con la macchina e trovare un punto buono per scendere sul torrente, la nostra speranza è che essendo una zona impervia, molti non abbiano osato arrivare.
L'acqua è limpidissima e il posto è stupendo, lo scroscio dell'acqua è assordante, i rumori della natura sono strabilianti.
Proviamo ancora in qualche buca, ma non si vede nulla.
Decidiamo quindi di rilassarci un attimo in quel angolo di paradiso e facciamo 2 foto.
Stanchi, torniamo in paese, prendiamo qualcosa da mangiare nei negozi del loco e andiamo al "Ristoro del pescatore" nell'area pic nic a pranzare.
Nel laghetto, vediamo un anziano che pesca a volte a mosca e a volte a striscio. Prende un paio di trote.
Ci rilassiamo al tiepido vento, sotto gli alberi del ristoro, parlando della sessione di pesca terminata e di future uscite.
Partiamo per tornare a casa. Il gelido della mattina, si è trasformato in un caldo intenso del primo pomeriggio.
Arrivando a Brescia, chiamo la morosa, per dirle che sto arrivando, ma scopro dopo giri di telefonate, che lei e il padre sono andati a San Polo a pescare e se potevo raggiungerli li. Gentilmente Dimi, mi accompagna al laghetto, dove ci salutiamo velocemente perchè scappa di corsa a casa.
Non felicissimo, la morosa mi molla la canna in mano e mi dice di andare avanti io, perchè lei è stanca e c'è ancora un'ora di permesso.
Monto una bombardina e vado di striscio leggero, ma stanco com'ero prendo mi siedo su una seggiola e ogni tanto recupero.
Sento una tocca, ferro e porto a riva un iridea, nel salparla sulla sponda si slama, mi lancio nel prenderla, ma la trota saltella un paio di volte e fugge nel laghetto: non sono molto dispiaciuto, anzi, sono contento che abbia riguadagnato velocemente la libertà, anche se sarà per poco.
E' stata una giornata memorabile, la mia prima apertura ufficiale. La mia prima esperienza in un bel torrente di montagna con 2 catture che mi soddisfano. Peccato per la folla, ma si doveva mettere in conto.
Un esperienza meravigliosa, faticosa, ma indimenticabile.
Grazie, per la splendida giornata!!
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