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La pesca in risaia...


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#1 Repele Dimitri

Repele Dimitri

    Repele Dimitri

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  • Provenienza: Nuvolera (BS)

Posted 20 March 2009 - 18:29 PM

La pesca in risaia...by Davidex

Più o meno vent'anni fa, la mia prima morosa ufficiale abitava nei dintorni di Isola e la sua famiglia aveva non so quante "spante" di risaia. Le carpe crescevano e si moltiplicavano nei fossi attorno alle risaie, perchè in realtà, dentro il riso, ci andavano solo nella fasi di coltivazione che prevedevano l'apertura delle paratie per il sommergere le piante, in questi casi, le carpe entravano nelle "fose", cioè nelle fosse scavate a reticolato per raccogliere l'acqua quando poi il riso doveva essere messo in secca.
Confermo che all'epoca (e a maggior ragione in periodi precedenti), la vendita delle carpe era un vero e proprio mini-businnes: le compravano i ristoratori della zona, le pesche sportive (ricordo che quella di Villafontana metteva addirittura il cartello: "lancio di carpe di risaia") e la gente normale. Non so se qualcuno l'ha già detto, ma le carpe di risaia erano effettivamente buonissime.
Poi, con gli anni, la produzione di pesce da risaia per il consumo si è orientata soprattutto verso il "pesin", cioè la minutaglia, più facile da vendere e da preparare (in pratica si usa solo per la frittura).
Adesso onestamente non ho idea di come funzioni.
Per quanto riguarda prodotti chimici, mi ricordo che qualcosa veniva dato solo nei periodi in cui le "spante" erano in secca, e si trattava sostanzialmente di diserbanti e antiparassitari che non incidevano sul pesce perchè in quei periodi le carpe sostavano tranquille nei fossati fuori dalla risaia vera e propria. Mi dicono che adesso, con il boom del biologico, la situazione in tal senso è decisamente migliorata.
Comunque, tornando al pesce, in quelle risaie c'erano per il 95% carpe, soprattutto regine, qualche tinca e raramente pescigatto. Poi c'era la minutaglia, composta soprattutto da piccoli persici sole: bastava mollare una decina di "orologi" a primavera perchè a metà settembre si trovassero milioni di piccoli persici sole, ottimi da friggere.
Le carpe avevano un accrescimento eccezionale: in poco più di sei mesi, dalla primavera alla metà di settembre, quando venivano prosciugate le risaie per la mietitura e si raccoglieva il pesce, carpette definite "nazion" di qualche decina di grammi, diventavano roba da 7-8 etti: la taglia perfetta per la consumazione.
La "nazion", cioè le carpettine che non potevano essere vendute perchè ancora sottomisura e perchè al massimo potevano servire come ripopolamento, non venivano raccolte ma lasciate nei fossati nei quali, per tutto l'inverno, veniva lasciata acqua sufficiente per la loro sopravvivenza. Poi, da febbraio/marzo, il livello veniva alzato e cominciavano a crescere.
Quando si raccoglieva il pesce era una goduria: per 3-4 giorni si andava giù con i guadini o anche a mani nude e ci si ritrovava immersi nelle carpe! Qualcosa di fantastico che non dimenticherò mai.
Per quanto riguarda la pesca con la canna, la cosa era controversa, nel senso che se non c'era il cartello "divieto di pesca" ci potevano pescare tutti, e allora bisognava chiedere alla provincia un'autorizzazione per "piscicoltura in risaia". Questo metteva al riparo dai bracconieri perchè i guardiapesca provinciali vigilavano parecchio e, all'occorrenza, bastava una chiamata ai carabinieri.
Questo però presupponeva che se volevo pescare, non bastava che dicessi alla guardia che ero il moroso della figlia del padrone... doveva esserci con me anche il padrone!
Ho pescato parecchie volte con la canna, accompagnato dal mio "cognato" o dal mio "suocero" di allora, e posso dire che le carpe avevano un atteggiamento completamente diverso da quelle che ero abituato a pescare in altri ambienti.
Intanto era molto meno smaliziate e si pescavano agevolmente a vista (bastava non battere troppo con i piedi per terra), poi abboccavano quasi esclusivamente a pelo d'acqua, forse perchè erano abituate a vedere il cibo cadere dall'alto, chissà, comunque la mia montatura tipo era semplicemente una fissa robusta da 5 metri, filo diretto dello 0,30, amo bronzato o dorato a seconda dell'esca e niente piombo, semplicemente un galleggiante di sughero a 15 cm dall'amo, tanto per tenere l'esca il più possibile vicino alla superficie. All'inizio era divertente, poi ci si stufava...
Bei tempi comunque!
Gli Amici Della Topa
http://dimibsfishing....wordpress.com/


La classe non è acqua ma prosecco! [cit.Repele Dimitri ]


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