erano mesi che speravo di fare un report. mesi, veramente mesi.
l'anno scorso ho pescato poco perche' ero impigrito, e ho fatto ancora meno report. quest'anno, a febbraio, ero riuscito ad andare sul subasio a fare un giretto cosi' a random. il caldo anticipato mi aveva fatto pregustare una ripartenza anticipata. avevo voglia di andare a pescare, finalmente. ma quest'anno aveva in serbo altre sorprese e, scoprendo brutalmente la tortura del lockdown e la tortura della didattica a distanza, ho buttato nel cesso ore su ore, diottrie, posture, tendini e la mia salute fisica e mentale nel nome del ministero della pubblica distruzione (e si, lo so che non si chiama piu' mpi da anni, ma il concetto e' quello). giorni a vivere davanti al computer, per ore e ore dal mattino alla sera, e i giorni sono diventati settimane e poi mesi, con l'ansia e tutto quel che ne consegue. e soprattutto il divieto di raggiungere un argine e fare due lanci.
oltre ad un argine non potevo neppure raggiungere la casa dove e' rimasta la mia attrezzatura da pesca. e ok che ora c'e' un'amica di famiglia e le canne sono al sicuro, ma mi sono pure ritrovato senza attrezzatura, a parte un paio di vecchi plasticoni deca di fascia ultrabassa, se non sottoterra direttamente.
quando finalmente sono riuscito a uscire dall'antro tetro, mi sono scontrato con la dura realta' di tutti gli impegni e le cose rimaste indietro. quando anche questo e' passato, siccome siamo nell'anno fortunato, la pianura veneta, che gia' e' una steppa con un clima schifoso di suo, si e' ricordata di quella cosa simpatica chiamata tropicalizzazione del clima, quindi ha iniziato puntualmente a piovere ogni volta che ero libero. pioggia nei fossi vuol dire acqua fredda, che vuol dire pess bloccati. quindi, ho deciso di non tediarvi con la cronaca di vari cappotti, pess che seguivano e al limite attaccavano cortissimo a spinning o, a tappo, che non si muovevano manco a pasturare con kg di mais. poi sono ripartiti gli impegni, riducendo enormemente la finestra di tempo libero. e, quando l'idea di prendere un pesce quest'anno si stava gia' rivelando una chimera, causandomi ansia e facendomi stare veramente da schifo, ho finalmente intravisto uno spiraglio di luce. e questo spiraglio e' stato un inatteso e quantomai gradito regalo di compleanno.
dopo una fila di incombenze e prima di un impegno serale, sono riuscito a ritagliarmi un paio di ore per pescare. la preparazione e' stata tragicomica, i risultati pure, e in effetti mi sarebbe bastato anche meno tempo delle due ore preventivate...
arrivo sul posto. poco lontano c'e' un parchetto e vengo salutato da un mio ex studente di anni fa. mi fermo per una ciacola al volo e poi parto, ho una missione da compiere!!!
svicolo via dal parco, mi infilo nel sentiero e cammino un bel po'. arrivo al punto. finalmente l'acqua e' limpida e bassa e, soprattutto, sembra calda!!! vedo pesci in attivita' e un martin pescatore, piuttosto scuro, sulla riva. ovviamente il malefico pennuto vola via prima che io possa anche solo pensare di fotografarlo. vabbe'.
il mio istinto inizia a farsi sentire. "cucchiaino misura 1 del deca, paletta a foglia di salice, lancio lungo..." e, come da copione, inizio. ma i mesi di mancato allenamento, assieme al lockdown e all'attrezzatura di ripiego, mi hanno impigrito e reso impreciso. tuttavia gli attacchi stavolta ci sono, e sono decisi!!! meraviglia!!! ok, dal fondo del fosso vengono su un po' di rami ed erbe e, in modo tragicomico, esce pure lui
ha preso il cucchiaino a fine recupero, esattamente quando lo stavo tirando fuori dall'acqua! 24 cm di pess praticamente preso e salpato al volo, senza quasi rendermene conto. ed e' lo scappotto, la quiete dopo la tempesta, la pace interiore e molto di piu'. e' un miracolo, e' la luce dopo la notte, e' l'aria che mi mancava da tempo, e' un pesce dopo un anno di astinenza.
segue un'altra fila di lanci. e, di nuovo, dopo qualche pess perso, la canna plasticona si piega. e c'e', uguale identico al fratello (veramente, 24 cm pure lui)
dopo mi sposto. le ortiche sono alte ma qua e la si aprono begli spazi sulle buchette. perdo un paio di pess. mi sposto in una posizione che pare stabile, lancio e... c'e'!!! e non e' piccolo!!! o almeno non sembra. lo avvicino a guadino, e scopro che si difende bene... pure troppo, e infatti, mentre lo sto guadinando, prende il mio guadino con le pinne e, con una proiezione di jujitsu, mi fa scivolare e mi fa stampare al suolo sopra le ortiche alte!!! doloreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! in qualche modo riesco ad alzarmi, dolorante, a guadinare e a portare sulla riva il pess. e scopro pure che il malefico pinnuto (viene da pensare che sia parente o amico del malefico pennuto di cui sopra) mi aveva illuso, perche' la difesa notevola mascherava i suoi soli 30 cm di lunghezza
mentre lo slamo vengo assalito da un nugolo di zanzare, che mi ero portato dietro dalla caduta. tra sudore, le solite ammaccature, la pelle che si gonfia e gli insetti che pungono, quella slamatura e' sembrata uscire direttamente da un girone dantesco.
a questo punto, dopo aver dato allo spinning leggero lesioni e dignita' di sport estremo, non posso far altro che battere in ritirata. dal primo pess all'ultimo sono passati esattamente 30 minuti. solo mezz'ora in cui finalmente si e' spezzato l'incantesimo, e poi mi sono spezzato pure io... torno a casa e mi infilo in doccia, ammaccato e punzecchiato ma nel nirvana. dicono che maggiore sia l'impegno, maggiore sia la gloria. per ora l'unica gloria che vedo e' sul display dell'autoradio quando parte "i will survive", e per oggi sono sopravvissuto e mi basta cosi'. punto, sudato, ammaccato, ma, finalmente, respiro.
ma è sempre bello ritornare a fare quello che ci piace dopo tanto tempo, quali che siano i risultati 
