Quella che mi appresto a raccontare è una pescata che per me ha avuto tanti diversi significati.
Intanto, si tratta di un'apertura. L'apertura è sempre una giornata strana... eserciti di pescatori (e pescatori della domenica) sulle sponde, aspettative quasi sempre troppo alte e mal riposte, attesa spasmodica (spesso) disattesa e disillusa al confronto con la realtà (=cappotto).
O meglio, per me è sempre stato così. Roba da non prendere sonno la notte prima, e poi puntualmente (o quasi) cappottare.
Di fatto, storicamente, all'apertura faccio il fotografo e il guadinatore
Ma quest'anno no.
Sono partito molto meno carico rispetto al passato.
Arrivo da un paio di settimane emotivamente molto intense e impegnative, sul fronte lavorativo e personale, e le mie energie mentali erano rivolte altrove, non certo alla pesca.
Mettiamoci che, da quando mi sono innamorato della pesca al luccio, e dalla barca, l'attesa per l'apertura della trota è (leggermente) calata.
Quindi sono partito per questa pescata molto più scarico del solito, e con minori aspettative. Aggiungiamoci che non pescavo da un mese circa, e quindi per me già solo l'idea di essere sul fiume, con una canna in mano, era tanta roba.
Prendere non era fondamentale, sarebbe bastato essere lì, a scaricare pensieri e tensioni, a fare una tra le cose che in assoluto amo di più.
Con questo stato d'animo decido di darmi appuntamento con Ricky Cunningham, compagno fisso delle ultime 4-5 aperture, per le 8 del mattino.
Nessuna levataccia, nessuna corsa contro il tempo.
Con calma, colazione e poi via in pesca.
Cambiamo anche spot rispetto alle precedenti aperture.
Lui ha buone sensazioni per uno spot, io mi affido ciecamente a lui.
Iniziamo a battere un tratto interessante. C'è più acqua di quanto immaginassimo.
Io parto a gomma, lui a jerk.
Non si vede una pinna.
Ci spostiamo di 200 metri più a monte.
Lui inizia la classica litania a cui ormai sono più che abituato
"Qui l'anno scorso ne ho prese ventordici", "la sponda buona è questa", "conviene lanciare sotto la sponda opposta e lavorare a favore di corrente", e via così.
E, dato che ribadisce di avere ottime sensazioni, decido di seguire il suo istinto.
Con una sola differenza: che non uso più la gomma, ma do fiducia a un vecchio rotante con pala modificata.
C'è meno "fondo", e la corrente comunque si fa sentire. Sento che è la cosa giusta da fare. E la faccio.
Lancio sotto le piante della sponda opposta. Appena il filo entra in tensione inizio il recupero. Veloce finchè sono in favore di corrente, per rallentarlo quando inizio a lavorare controcorrente.
Bastano 3 o 4 lanci. Nel momento in cui sto recuperando a favore di corrente, poco prima di iniziare a sentire l'attrito della corrente sulla pala del martin, sento chiaramente la mangiata.
Non riesco a stimarla, perchè mi sta nuotando incontro.
D'istinto faccio una cosa che ho imparato a fare pescando lucci, e che forse ha evitato che io perdessi il pesce: assesto due ferrate aggiuntive di sicurezza.
A quel punto mi giro verso il socio, e gli urlo "ce l'ho".
Lui recupera e mi viene incontro.
Proprio in quel momento la trota fa un salto esagerato, sembrava un salmone.
Finalmente la vedo.
Vorrei urlare "è bella!", ma dalla mia bocca non esce nessun suono. Sono come pietrificato, ho il terrore di perderla.
Nel frattempo Ricky arriva, ha già il guadino in mano. La trota fa un altro salto, più alto del primo. La vede anche lui.
Io inizio a pregare tutti i santi del paradiso che non si slami.
Fa ancora un terzo salto, spettacolare, prima che Ricky riesca a guadinarla.
Bella, in salute, con delle pinne e una schiena stupende.
Una soddisfazione, per me - collezionista di cappotti all'apertura - senza eguali.
Gran parte del merito è del socio, che ha avuto l'intuizione dello spot, e che me l'ha guadinata.
Dopo la cattura pescheremo ancora un'oretta, o poco più, poi la fame si fa sentire e andiamo a mettere le gambe sotto al tavolo.
Intorno al tavolo, oltre a noi due, c'è Jfish, che non ha pescato, ma si è unito per il pranzo
Sopra il tavolo invece c'è una padellaccia di carbonara da mezzo chilo e qualche birra, a cui rendiamo onore, come è giusto che sia.
Al pomeriggio vince la pigrizia, e non rimetterò più i waders. Sono più che soddisfatto e torno volentieri a casa.
Non so dire quante uscite a trote farò quest'anno, ma se il buongiorno si vede dal mattino direi che la stagione non è partita affatto male, anzi!