ho capito dove vuoi arrivare, tradotto a piazzare un po' di sensori e poi fare un'app che trasmetta le condizioni
problemi:
1)basta anche poco per cambiare totalmente le condizioni. pochi m di distanza da un immissario, una corrente in profondita', uno scarico o i venti che cambiano direzione possono portare a cambiamenti anche notevoli di temperatura e concentrazione di ossigeno
2)fino al fondo del lago non serve molto, ma comunque un po' di profondita' in piu' serve. in effetti dubito che qualcuno peschi sui 300 m dei grandi laghi del nord (418 m per il lago di como). fino al punto di rimescolamento sarebbe gia' piu' utile, ma si parla di qualche decina di metri, non 5 (in marzo, sul garda a sirmione, il rimescolamento arriva praticamente al fondo). in ambedue i casi non e' facile piazzare sensori a profondita' di 15-20 m e raccoglierne dati. nei laghi del centro, specie quelli vulcanici e di diga, credo che sia gia' molto piu' fattibile. per inciso qualche rarissimo pesce sembra esserci pure a 300 m (qualche persico reale e bottatrice, almeno a quanto raccontava giordano). 5 m possono essere sufficienti in piccole acque o in periodi prolungati caldi e afosi estivi. sui grandi laghi e fiumi non sono abbastanza e potrebbero essere non indicativi.
3)anche per la loro struttura, i laghi vulcanici del centro sembrano essere molto piu' omogenei. forse li sarebbe piu' facile.
4)non e' detto che la temperatura e concentrazione di ossigeno bastino a definire cosa puoi pescare. anche le migrazioni e i cicli di plancton e microfauna acquatica e ripariale, illuminazione e fotoperiodo, precipitazioni del periodo pregresso affluenti in un bacino o secche o piene localizzate degli emissari e altri parametri contano.
5)alcune specie molto ricercate di pesci (coregoni, grossi lucci e lacustri ecc) possono benissimo starsene per settimane a profondita' ben sotto quei 5 m.
6)concentrazione di ossigeno, ph e illuminazione residua sarebbero valori davvero molto interessanti, ma piu' per un algologo e per uso scientifico