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6 risposte a questo topic

#1 Loryemme10

Loryemme10

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Postato 03 September 2017 - 15:35 PM

L'ignoranza divaga come peste, l'inciviltà sembra regnare, e mentre i nostri opposti paralleli sono seviziati dallo studio noi vaghiamo liberamente senza conoscenza.
C'è un grande squilibrio, un esagerato squilibrio, e nessuno fa niente, niente di niente.
E durante tutto ciò, i mari patiscono, i laghi e i fiumi periscono. I pochi sopravvissuti stentano a resistere.
Di cosa sto parlando? A cosa mi sto riferendo?
Semplicemente alle differenze che ci sono tra la licenza di caccia e la licenza di pesca.
Per poter cacciare sono necessari il porto d'armi e la licenza di caccia.
Per ottenere quest'ultima è necessario superare degli esami, scritti e orali che ti costringono a studiare materie come Ornitologia, Munizionamento, Agronomia, Maneggio delle armi e Legislazione.
Gli esami sono uno scritto e uno orale, un solo errore nell'orale e si è bocciati e costretti a ripetere anche l'esame scritto.
Ricordate che sul suolo italiano esistono migliaia di specie, perché ragazzi sappiate che è necessario conoscere anche le specie non cacciabili per riuscire a superare l'esame.
Credo si sia intuito che così semplice non è, o meglio, è semplice se si studia come a scuola, perché di scuola si tratta.
E per pescare invece? Per pescare basta pagare.
Pagate un bollettino o due e potete pescare. Pensate un po', l'attività parallela alla caccia è la pesca, per praticare la prima serve strapparsi i capelli, per praticare la seconda basta avere un lavoro o una mancia dei nonni per essere in regola.
Grazie a questo le delicate condizioni delle nostre acque vengono costantemente messe a repentaglio da pescatori improvvisati che non conoscono le leggi e non rispettano la fauna ittica.
L'estrema facilità che permette di andare a pescare fa si che troppi pratichino questa attività senza le dovute precauzioni e senza il dovuto rispetto.
Così sulle rive di mari, laghi e fiumi troviamo persone che usano esche non consetite, che trattengono pesci sotto taglia o addirittura protetti, che pescano con tecniche vietate e in zone "NO KILL" uccidendo le prede.
Così i nostri ecosistemi acquatici vengono danneggiati, e qui sul forum, sui giornali e in giro per il web si legge "nel tale luogo non ci sono più pesci" o "assenti i pescatori sulle rive del tal fiume".
Basta cercare per trovare, qui sul forum è pieno di persone che scrivono di continui cappotti.
Certo l'inquinamento fa la sua parte, e a completare il quadro sono gli innumerevoli ignoranti creati dallo stato.
Con tutto ciò vorrei aprire una discussione libera per raccogliere opinioni ed iniziative.
Non so se sia una cosa possibile che noi del forum ci attivassimo per far sì che vengano istituiti dei corsi obbligatori, al pari di quelli per i cacciatori, da frequentare per poter pescare in mari, laghi e fiumi.
Questa sarebbe, a parer mio, un'iniziativa che non potrebbe che giocare ai nostri fragili ecosistemi acquatici c'è ogni xxx vengono messi a repentaglio da situazioni evitabili dal buon senso e dall'informazione.
Non ci sarebbe cosa più bella che diffondere l'informazione per sensibilizzare e per permettere di sapere come rispettare.
Sarebbe bello se tutto insieme trovassimo il modo di attivarci per promuovere una simile iniziativa.
Accolgo le proposte di tutti, i pareri di tutti, nel rispetto degli altri e delle loro idee.
Nel caso tale iniziativa la troviate interessante, potremmo, insieme, decidere come muoverci affinché da idea diventi realtà.

#2 Pescaduret

Pescaduret

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Postato 03 September 2017 - 19:42 PM

Ho letto l'intervento, imho molto interessante, e ci metto i miei 2 cent. 

 

Secondo me nelle nostre acque ci sono un sacco di problemi ben più importanti e urgenti dei pescatori indisciplinati: bracconaggio vero e proprio, inquinamento, regime e sfruttamento delle acque interne, piani di tutela e salvaguardia della fauna ittica, preservazione degli habitat al netto degli interventi e delle creazioni artificiali (canali di bonifica, briglie, dighe, canali e invasi d'irrigazione, invasi artificiali di altro tipo etc...), ammodernamento e aggiornamento della legislazione in merito alle attività praticate nelle acque interne o nelle adiacenze (in primis la legislazione circa la pesca sportiva). Questo NON per dire che il problema che poni non esista o sia minore ma secondo me va visto nel giusto ordine di grandezza. Ci sono situazioni dove padellari, ignoranti e compagnia bella sono tra gli ultimi dei problemi.  

 

Detto ciò entro nel merito: secondo me sarebbe deleterio mettere barriere rigide per diventare pescatori: non porterebbe IMHO a una responsabilizzazione generale ma piuttosto alla riduzione drastica di chi pesca, e spesso i pescatori sono i primi guardiani delle nostre acque. Vero che molti se ne fregano e altrettanto vero che molti altri invece no, anche solo per tornaconto personale (se non ci sono più pesci, non pesco più). Poi in questo senso credo che il web, i social, le mode siano positive in tal senso, promuovendo comportamenti molto più consapevoli che in passato. Vero che non si può andare a pesca come ignoranti ma altrettanto vero che nemmeno si può chiedere di divenire biologi per lanciare due esche. Concetti come C&R, No-kill, rudimenti spiccioli di ambiente ed ecosistema, modo di trattare e maneggiare il pesce in previsione del rilascio più corretto girano molto anche senza studi specifici. 

 

La cosa migliore IMHO per contrastare i problemi che tu elenchi è semplice: prima riformare le normative con poche regole, semplici, chiare e poi nella pratica effettuare  controlli mirati e frequenti, con gli addetti che devono veramente vigilare innanzitutto sul rispetto ambientale. Serve anche educazione ma non in modo esasperato o enciclopedico. 



#3 Loryemme10

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Postato 03 September 2017 - 22:01 PM

Ho letto l'intervento, imho molto interessante, e ci metto i miei 2 cent. 
 
Secondo me nelle nostre acque ci sono un sacco di problemi ben più importanti e urgenti dei pescatori indisciplinati: bracconaggio vero e proprio, inquinamento, regime e sfruttamento delle acque interne, piani di tutela e salvaguardia della fauna ittica, preservazione degli habitat al netto degli interventi e delle creazioni artificiali (canali di bonifica, briglie, dighe, canali e invasi d'irrigazione, invasi artificiali di altro tipo etc...), ammodernamento e aggiornamento della legislazione in merito alle attività praticate nelle acque interne o nelle adiacenze (in primis la legislazione circa la pesca sportiva). Questo NON per dire che il problema che poni non esista o sia minore ma secondo me va visto nel giusto ordine di grandezza. Ci sono situazioni dove padellari, ignoranti e compagnia bella sono tra gli ultimi dei problemi.  
 
Detto ciò entro nel merito: secondo me sarebbe deleterio mettere barriere rigide per diventare pescatori: non porterebbe IMHO a una responsabilizzazione generale ma piuttosto alla riduzione drastica di chi pesca, e spesso i pescatori sono i primi guardiani delle nostre acque. Vero che molti se ne fregano e altrettanto vero che molti altri invece no, anche solo per tornaconto personale (se non ci sono più pesci, non pesco più). Poi in questo senso credo che il web, i social, le mode siano positive in tal senso, promuovendo comportamenti molto più consapevoli che in passato. Vero che non si può andare a pesca come ignoranti ma altrettanto vero che nemmeno si può chiedere di divenire biologi per lanciare due esche. Concetti come C&R, No-kill, rudimenti spiccioli di ambiente ed ecosistema, modo di trattare e maneggiare il pesce in previsione del rilascio più corretto girano molto anche senza studi specifici. 
 
La cosa migliore IMHO per contrastare i problemi che tu elenchi è semplice: prima riformare le normative con poche regole, semplici, chiare e poi nella pratica effettuare  controlli mirati e frequenti, con gli addetti che devono veramente vigilare innanzitutto sul rispetto ambientale. Serve anche educazione ma non in modo esasperato o enciclopedico. 


Concordo su tutto, i problemi sono tanti e andrebbero trattati tutti.
Certamente si ridurrebbe il numero di pescatori, ci sarebbero però, sulle rive delle nostre acque, pescatori conoscenti che sanno ciò che fanno.
Io parlo principalmente per il rispetto delle specie a rischio poiché sono sempre d più coloro che tendono a non sapere nemmeno cosa hanno in mano e se è protetto o no. Ed è grave secondo me, allora credo possa essere davvero utile informare, o costringere ad informarsi chi andrà a diretto contatto con le acque.
Certamente si risolverebbe tutto con controlli continui e mirati.... paghiamo annualmente dei soldi che poi non mi sembra vengano investiti per finanziare i controlli, purtroppo.
Ma anche così a pescare ci sarebbero o ignoranti o scienti autodidatti.
E sono sicuro che ad abbondare sarebbero gli ignoranti, nel senso di non conoscenti.
Si tratta di una questione molto delicata che andrebbe trattata più approfonditamente analizzando pro e contro.

#4 walter

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Postato 04 September 2017 - 09:13 AM

di per se il discorso sarebbe interessante. il problema e' che siamo pochissimi.

 

ridurre ancora il numero di pescatori = estinzione della pesca.

 

per inciso, all'alto importa poco di noi. albertarelli all'epoca aveva messo in gioco per i politici un milione di voti sulla stessa questione. adesso siamo in molti di meno e, per di piu', con un minor appoggio popolare dato che alla gente importa dell'ultimo smartphone o dell'ultima puntata del telefilm di turno invece che di cosa hanno dietro casa.




keep fightin' | if you can't follow me maybe you're not crazy enough... | devastazione, delirio, inutilita' e allegro sbarellamento icon_crazy.gif



 

лохі мы змаглі трапіць у ваш паршывы вэб -сайт з дапамогай дабрадушны вэб - качка


#5 Pescaduret

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Postato 04 September 2017 - 09:17 AM

Concordo su tutto, i problemi sono tanti e andrebbero trattati tutti.
Certamente si ridurrebbe il numero di pescatori, ci sarebbero però, sulle rive delle nostre acque, pescatori conoscenti che sanno ciò che fanno.
Io parlo principalmente per il rispetto delle specie a rischio poiché sono sempre d più coloro che tendono a non sapere nemmeno cosa hanno in mano e se è protetto o no. Ed è grave secondo me, allora credo possa essere davvero utile informare, o costringere ad informarsi chi andrà a diretto contatto con le acque.
Certamente si risolverebbe tutto con controlli continui e mirati.... paghiamo annualmente dei soldi che poi non mi sembra vengano investiti per finanziare i controlli, purtroppo.
Ma anche così a pescare ci sarebbero o ignoranti o scienti autodidatti.
E sono sicuro che ad abbondare sarebbero gli ignoranti, nel senso di non conoscenti.
Si tratta di una questione molto delicata che andrebbe trattata più approfonditamente analizzando pro e contro.

Il discorso sarebbe luuuuuuungo circa la destinazione dei soldi che paghiamo per pescare  :ph34r:. Per il discorso ignoranti credo che non serva fare dei corsi, al più dell'informazione. Altrimenti come dice Wal, dai pochi che siamo.... 



#6 federix

federix

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Postato 04 September 2017 - 10:10 AM

Posto che non so se il modello caccia sia l'ideale per molti motivi (ambiti, caccia in riserva, animali buttai poco prima, visione agli occhi della gente conmune etc etc) un esame/prova per avere la licenza sarebbe un gran bel passo avanti per la coscienza dei pescatori :up:

Sempre che poi questo obbligo venga fatto rispettare...;)


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#7 marco1956

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Postato 04 September 2017 - 17:19 PM

Il paragone con la caccia non è possibile, per avere l'abilitazione all'esercizio venatorio si studiano materie come "armi e munizioni da caccia e relativa legislazione" e mi sembra ovvio il perchè, "salvaguardia delle produzioni agricole" e anche qui la pesca c'entra poco, "zoologia applicata alla caccia" perchè nella caccia non è contemplati il C&R, una volta che hai sparato ad una specie protetta la frittata è fatta e non è più rimediabile, nella pesca, per stare in regola basta non trattenere, se anche le prede muoiono dopo la cattura sei in regola lo stesso, c'è gente che pesca in periodo di divieto con la scusa che "tanto non lo trattengo" nella caccia il periodo di chiusura è chiusura, non puoi nemmeno portare a spasso un cane da riporto senza guinzaglio, quando spari un colpo lo si sente da 2 chilometri di distanza e le guardie venatorie ci mettono poco a trovare chi lo ha sparato.

Se riduciamo la pesca, e mettere un esame è un ottimo modo per farlo, ne soffriranno prima di tutto le acque, con nessuno in giro chiunque può fare qualunque porcata, già lo fanno adesso figurati con le rive deserte, e non parlo solo di bracconieri ma anche e soprattutto di pescatori superspecializzati e spesso sponsorizzati, breme aspi siluri e tante altre specie li hanno messi pescatori che non avrebbero nessuna difficoltà a passare l'esame, altra conseguenza della riduzione delle licenze sarebbe la riduzione, nota bene non proporzionale ma esponenziale, dei soldi destinati ai controlli, se poi ci metti il minor fatturato dei produttori e dei rivenditori di materiali da pesca, hai completato la frittata.

Lascia stare, la pesca va incentivata e non ostacolata, peraltro non è neanche vero che i fiumi sono morti e che una volta si prendeva molto di più, ci sono solo pesci diversi, io pesco da quando avevo 3 anni, i prossimi sono 62 e ti lascio fare il conto, così tante trote non ci sono mai state, vedo, ad esempio i torrenti e fiumi vicino a casa mia, in Reno in Savena in Zena, le trote arrivano quasi in città e, guarda caso, scompaiono nel punto in cui sono arrivati i siluri, 40 anni fa nelle stesse zone si prendevano cavedani barbi e carpe.

Sono d'accordo con te che bisognerebbe far rispettare le regole, tutte e non solo quelle che ci piacciono, il C&R non è una regola, o meglio lo è solo in alcuni tratti "parco giochi" è una regola invece non rilasciare gli alloctoni, e qui casca l'asino, pescatori, fatevi un esame di coscienza, qua, su questo forum, se ad ogni alloctono rilasciato corrispondesse 1 giorno di sospensione della licenza, sarebbero in tanti a tornare a pescare tra un decennio


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