PescaNetwork.it il sito di riferimento sulla Pesca Sportiva. Tutte le informazioni su: Tecniche, Itinerari, Attrezzature, Documenti e News sulla Pesca. | - - - |
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Postato 03 September 2017 - 15:35 PM
Postato 03 September 2017 - 19:42 PM
Ho letto l'intervento, imho molto interessante, e ci metto i miei 2 cent.
Secondo me nelle nostre acque ci sono un sacco di problemi ben più importanti e urgenti dei pescatori indisciplinati: bracconaggio vero e proprio, inquinamento, regime e sfruttamento delle acque interne, piani di tutela e salvaguardia della fauna ittica, preservazione degli habitat al netto degli interventi e delle creazioni artificiali (canali di bonifica, briglie, dighe, canali e invasi d'irrigazione, invasi artificiali di altro tipo etc...), ammodernamento e aggiornamento della legislazione in merito alle attività praticate nelle acque interne o nelle adiacenze (in primis la legislazione circa la pesca sportiva). Questo NON per dire che il problema che poni non esista o sia minore ma secondo me va visto nel giusto ordine di grandezza. Ci sono situazioni dove padellari, ignoranti e compagnia bella sono tra gli ultimi dei problemi.
Detto ciò entro nel merito: secondo me sarebbe deleterio mettere barriere rigide per diventare pescatori: non porterebbe IMHO a una responsabilizzazione generale ma piuttosto alla riduzione drastica di chi pesca, e spesso i pescatori sono i primi guardiani delle nostre acque. Vero che molti se ne fregano e altrettanto vero che molti altri invece no, anche solo per tornaconto personale (se non ci sono più pesci, non pesco più). Poi in questo senso credo che il web, i social, le mode siano positive in tal senso, promuovendo comportamenti molto più consapevoli che in passato. Vero che non si può andare a pesca come ignoranti ma altrettanto vero che nemmeno si può chiedere di divenire biologi per lanciare due esche. Concetti come C&R, No-kill, rudimenti spiccioli di ambiente ed ecosistema, modo di trattare e maneggiare il pesce in previsione del rilascio più corretto girano molto anche senza studi specifici.
La cosa migliore IMHO per contrastare i problemi che tu elenchi è semplice: prima riformare le normative con poche regole, semplici, chiare e poi nella pratica effettuare controlli mirati e frequenti, con gli addetti che devono veramente vigilare innanzitutto sul rispetto ambientale. Serve anche educazione ma non in modo esasperato o enciclopedico.
Postato 03 September 2017 - 22:01 PM
Ho letto l'intervento, imho molto interessante, e ci metto i miei 2 cent.
Secondo me nelle nostre acque ci sono un sacco di problemi ben più importanti e urgenti dei pescatori indisciplinati: bracconaggio vero e proprio, inquinamento, regime e sfruttamento delle acque interne, piani di tutela e salvaguardia della fauna ittica, preservazione degli habitat al netto degli interventi e delle creazioni artificiali (canali di bonifica, briglie, dighe, canali e invasi d'irrigazione, invasi artificiali di altro tipo etc...), ammodernamento e aggiornamento della legislazione in merito alle attività praticate nelle acque interne o nelle adiacenze (in primis la legislazione circa la pesca sportiva). Questo NON per dire che il problema che poni non esista o sia minore ma secondo me va visto nel giusto ordine di grandezza. Ci sono situazioni dove padellari, ignoranti e compagnia bella sono tra gli ultimi dei problemi.
Detto ciò entro nel merito: secondo me sarebbe deleterio mettere barriere rigide per diventare pescatori: non porterebbe IMHO a una responsabilizzazione generale ma piuttosto alla riduzione drastica di chi pesca, e spesso i pescatori sono i primi guardiani delle nostre acque. Vero che molti se ne fregano e altrettanto vero che molti altri invece no, anche solo per tornaconto personale (se non ci sono più pesci, non pesco più). Poi in questo senso credo che il web, i social, le mode siano positive in tal senso, promuovendo comportamenti molto più consapevoli che in passato. Vero che non si può andare a pesca come ignoranti ma altrettanto vero che nemmeno si può chiedere di divenire biologi per lanciare due esche. Concetti come C&R, No-kill, rudimenti spiccioli di ambiente ed ecosistema, modo di trattare e maneggiare il pesce in previsione del rilascio più corretto girano molto anche senza studi specifici.
La cosa migliore IMHO per contrastare i problemi che tu elenchi è semplice: prima riformare le normative con poche regole, semplici, chiare e poi nella pratica effettuare controlli mirati e frequenti, con gli addetti che devono veramente vigilare innanzitutto sul rispetto ambientale. Serve anche educazione ma non in modo esasperato o enciclopedico.
Postato 04 September 2017 - 09:13 AM
di per se il discorso sarebbe interessante. il problema e' che siamo pochissimi.
ridurre ancora il numero di pescatori = estinzione della pesca.
per inciso, all'alto importa poco di noi. albertarelli all'epoca aveva messo in gioco per i politici un milione di voti sulla stessa questione. adesso siamo in molti di meno e, per di piu', con un minor appoggio popolare dato che alla gente importa dell'ultimo smartphone o dell'ultima puntata del telefilm di turno invece che di cosa hanno dietro casa.
keep fightin' | if you can't follow me maybe you're not crazy enough... | devastazione, delirio, inutilita' e allegro sbarellamento
лохі мы змаглі трапіць у ваш паршывы вэб -сайт з дапамогай дабрадушны вэб - качка
Postato 04 September 2017 - 09:17 AM
Concordo su tutto, i problemi sono tanti e andrebbero trattati tutti.
Certamente si ridurrebbe il numero di pescatori, ci sarebbero però, sulle rive delle nostre acque, pescatori conoscenti che sanno ciò che fanno.
Io parlo principalmente per il rispetto delle specie a rischio poiché sono sempre d più coloro che tendono a non sapere nemmeno cosa hanno in mano e se è protetto o no. Ed è grave secondo me, allora credo possa essere davvero utile informare, o costringere ad informarsi chi andrà a diretto contatto con le acque.
Certamente si risolverebbe tutto con controlli continui e mirati.... paghiamo annualmente dei soldi che poi non mi sembra vengano investiti per finanziare i controlli, purtroppo.
Ma anche così a pescare ci sarebbero o ignoranti o scienti autodidatti.
E sono sicuro che ad abbondare sarebbero gli ignoranti, nel senso di non conoscenti.
Si tratta di una questione molto delicata che andrebbe trattata più approfonditamente analizzando pro e contro.
Il discorso sarebbe luuuuuuungo circa la destinazione dei soldi che paghiamo per pescare . Per il discorso ignoranti credo che non serva fare dei corsi, al più dell'informazione. Altrimenti come dice Wal, dai pochi che siamo....
Postato 04 September 2017 - 10:10 AM
Posto che non so se il modello caccia sia l'ideale per molti motivi (ambiti, caccia in riserva, animali buttai poco prima, visione agli occhi della gente conmune etc etc) un esame/prova per avere la licenza sarebbe un gran bel passo avanti per la coscienza dei pescatori
Sempre che poi questo obbligo venga fatto rispettare...
Postato 04 September 2017 - 17:19 PM
Il paragone con la caccia non è possibile, per avere l'abilitazione all'esercizio venatorio si studiano materie come "armi e munizioni da caccia e relativa legislazione" e mi sembra ovvio il perchè, "salvaguardia delle produzioni agricole" e anche qui la pesca c'entra poco, "zoologia applicata alla caccia" perchè nella caccia non è contemplati il C&R, una volta che hai sparato ad una specie protetta la frittata è fatta e non è più rimediabile, nella pesca, per stare in regola basta non trattenere, se anche le prede muoiono dopo la cattura sei in regola lo stesso, c'è gente che pesca in periodo di divieto con la scusa che "tanto non lo trattengo" nella caccia il periodo di chiusura è chiusura, non puoi nemmeno portare a spasso un cane da riporto senza guinzaglio, quando spari un colpo lo si sente da 2 chilometri di distanza e le guardie venatorie ci mettono poco a trovare chi lo ha sparato.
Se riduciamo la pesca, e mettere un esame è un ottimo modo per farlo, ne soffriranno prima di tutto le acque, con nessuno in giro chiunque può fare qualunque porcata, già lo fanno adesso figurati con le rive deserte, e non parlo solo di bracconieri ma anche e soprattutto di pescatori superspecializzati e spesso sponsorizzati, breme aspi siluri e tante altre specie li hanno messi pescatori che non avrebbero nessuna difficoltà a passare l'esame, altra conseguenza della riduzione delle licenze sarebbe la riduzione, nota bene non proporzionale ma esponenziale, dei soldi destinati ai controlli, se poi ci metti il minor fatturato dei produttori e dei rivenditori di materiali da pesca, hai completato la frittata.
Lascia stare, la pesca va incentivata e non ostacolata, peraltro non è neanche vero che i fiumi sono morti e che una volta si prendeva molto di più, ci sono solo pesci diversi, io pesco da quando avevo 3 anni, i prossimi sono 62 e ti lascio fare il conto, così tante trote non ci sono mai state, vedo, ad esempio i torrenti e fiumi vicino a casa mia, in Reno in Savena in Zena, le trote arrivano quasi in città e, guarda caso, scompaiono nel punto in cui sono arrivati i siluri, 40 anni fa nelle stesse zone si prendevano cavedani barbi e carpe.
Sono d'accordo con te che bisognerebbe far rispettare le regole, tutte e non solo quelle che ci piacciono, il C&R non è una regola, o meglio lo è solo in alcuni tratti "parco giochi" è una regola invece non rilasciare gli alloctoni, e qui casca l'asino, pescatori, fatevi un esame di coscienza, qua, su questo forum, se ad ogni alloctono rilasciato corrispondesse 1 giorno di sospensione della licenza, sarebbero in tanti a tornare a pescare tra un decennio
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