Quest'anno non è stato brutto tempo, per fortuna.
Sono arrivato al fiume alle ore 6:50, una leggera nebbiolina rampollava dalle acque del fiume nero, che scorreva placido, la sabbia tutt'intorno era gelata, un clima del tutto invernale avvolgeva la bassa Ossola.
Apro l'archetto, il mepps 4 danza nell'oscurità, sento la tensione dovuta al peso dell'esca sull'indice, la canna si piega all'indietro, un istante e scatta veloce, l'esca è già nel correntone, recupero controcorrente, a canna bassa.
Niente.
Entro in acqua fin quasi al ginocchio, altro lancio nel correntone, questa volta va già in pesca nell'acqua morta, quando arriva nel correntone è già oltre un metro sotto il pelo dell'acqua.
Sento un forte arresto, ferro subito; è un pesce, e ne sono sorpreso.
E' nel correntone, e tira forte verso valle, io, sicuro della mia attrezzatura tiro altrettanto forte, sta arrivando, sono senza guadino, provo a prenderla per la coda, la tocco appena ed impazzisce, tenevo la canna tra le gambe, si abbassa tirata dal pesce ed entra in acqua fino all'innesto, poco male, almeno la trota non salta.
Chiusa la frizione tiro di nuovo, e lentamente esco dall'acqua.
Quando sono nell'acqua sino alla caviglia, con la trota parallela alla riva del fiume riesco a prenderla per la coda, e con l'altra mano la tiro con la canna.
La slamatura è agevole,attaccata all'angolo della bocca, due foto fatte male, tiro fuori il metro e lo srotolo frettolosamente lungo la grande trota, 61 cm.
La spingo tra le pietre nell'acqua bassa, parte a razzo senza essere ossigenata.
Mi volto, nessuno lungo la sponda, ottimo, dico fra me e me.
Freddo terribile dopo, il tempo scorre veloce, sono appagato, i minuti scorrono e se ne vanno con la corrente, arriva il giorno, a monte ciel sereno, a valle stracci di nubi chiare, un'illusione si fa spazio nella mia mente: è primavera!
La mattina scorre veloce, prenderò ancora un'iridea di semina a Migiandone, buona per riempire la cacciatora del gilet.