giugno 1999, non sono sicuro del mese. fa caldo, e assieme a un paio di amici non abbiamo nulla da fare. facciamo un giro a vedere il livello del solito fosso per l'irrigazione in cui andavamo a pescare, e' altino come ci aspettavamo (ovvio, dato che c'erano attaccate le pompe per gli impianti). e' vicino a casa di uno dei 3, disperso tra i campi di mais. all'epoca ci andavamo spesso. a grandi linee era al confine tra basso vicentino e provincia di padova.
continua la nostra camminata per un km, e ci accorgiamo che c'e' qualcosa di scuro in una buchetta in mezzo al canaletto. iniziamo a imprecare contro i maledetti che lanciano copertoni e rifiuti vari in acqua... quando il "copertone", infastidito dalle nostre voci, si rigira e si sposta!!! :shock: ce lo vediamo passare sotto, e' una carpa... e che carpa!!! per la taglia, pare sui 3 kg, ma non si vede bene... torniamo indietro sbalorditi dalla taglia di quel pess in un posto cosi' piccolo
. il giorno dopo ci troviamo, cannetta da spinning (volevamo fare qualche lancio), arriviamo alla buchetta... la vediamo ancora, e' li. e li ci salta l'idea: "e se ce la peschiamo?" inutile dire che NULLA puo' fermare dei ragazzi di 15-16 anni che si mettono qualcosa in testa, specie quando quel "qualcosa" gli passa sotto il naso in quel modo. di solito andavamo a spinning, cercare specificamente le carpe non era in programma e non avevamo mai provato (e' stata l'unica volta). cosi' ci siamo messi a vedere come fare. unica domanda, chiodo fisso di quei giorni: "ma come elo ciapem sto rainat?"primo giorno, pomeriggio. proviamo a galleggiante, con la canna "da pesegati". lei non c'e'. arriva, la vediamo nell'acqua bassa... viene verso la superficie... vede il galleggiante, e scappa!!!! inutile dire che l'idea di pescarla a galleggiante va in fumo, tra le nostre imprecazioni e un paio di carassi che si intromettono nella faccenda. ormai e' una questione personale, non molliamo!
pensiamo a pescarla a fondo. all'epoca il carpfishing neppure sapevamo cos'era (ne avevamo sentito parlare e basta), ma conoscevamo la pesca a fondo. attrezzature? nulla di apposito, e dati i fondi di comprare non se ne parla. ci tocca andare su materiale di recupero. per la pasturazione possiamo contare su un po' di pane vecchio...
un pomeriggio ci troviamo, andiamo a cercare nella rimessa degli attrezzi dove il "padrone di casa" tiene le canne e le varie attrezzature. inizia la ricerca tra le canne del nonno (rimasugli dagli anni 60 in poi). in mezzo a tutto il caos, troviamo quel che fa al caso nostro: una canna da lucci e' in buono stato, e pure il mulino e' a posto. il filo e' marcio... altra mezz'ora abbondante di ricerca, cercando nelle cassette e nel cumulo di canne, l'altro ospite vede qualcosa e salta fuori una bobina di filo mezza iniziata... "maxima 0.40... che dite, ci proviamo?" "quanto c'e' scritto che tiene?" "10 kg, ma e' vecchio" "m***a... vabbe, prova se tiene, per adesso non abbiamo altro, tienila buona". prende un pezzo di filo, ci fa un nodo, tira... tiene. prova ancora, su 20 cm dopo... tiene. "ok, buono, passa la bobina che ci serve". cambiamo il filo, abbiamo questo, canna e mulino. poi c'e' il solito guadino che abbiamo sempre. manca tutto il resto. lasciamo li, e andiamo a pasturare.
gettiamo dei pezzetti di pane, e torniamo indietro. il giorno dopo ritorniamo, del pane nessuna traccia. lei continua a passare di li. benissimo, pensiamo, e ne buttiamo ancora. idem il terzo giorno, stiamo tornando indietro, uno dei 3 si ferma per pisciare un attimo e osserva in acqua. ci chiama indietro con un fischio, torniamo a vedere... carassi!!!! non e' la carpa a mangiare il pane, anzi lo assaggia appena e lo lascia li... sono i carassi. inutile dirvi del seguito, ore di imprecazioni nel vedere i propri sforzi degli ultimi giorni resi inutili.
torniamo indietro demoralizzati e inxxxx... ma non ce la sentiamo di mollare. no, non e' il modo. non ce ne frega nulla. continueremo a provarci.
2 giorni dopo ci ritroviamo. altro raid in rimessa. troviamo una scatoletta della minuteria: girelle col moschettone, degli ami tra cui alcuni del 3 gia' legati "da pescegatti", e dei piombi... 20, 30, uno da 40 grammi. perfetto. salta fuori anche una bobina di 0.30, lo proviamo e tiene. ottimo. tagliamo il filo marcio agli ami e li leghiamo. mettiamo da parte il piombo piu' grosso.
problema, non sappiamo come mettere il piombo. il resto del pomeriggio passa pensando a questo: non vogliamo metterlo sul filo, potrebbe darci problemi. vengono vagliate varie montature. verso sera, ho un'idea e troviamo la soluzione: l'amo su un filo e il piombo a perdere, legato a parte con un'asola e filo vecchio. terminale lungo 2 spanne e il tutto nel moschettone della girella, fine dei problemi.
il giorno dopo arrivo in bici sul posto e non vedo nessuno. poi sento il rumore di un motore, mi vedo una sottile sagoma indistinta arrivare sulla stradella del fossato e mi chiedo "ma chi e' questo profugo che passa in sto posto sperduto da tutto?" (la frase originale in veneto mi e' rimasta impressa, era molto piu' artistica, ma ve la risparmio
). sento una sequela di imprecazioni familiari, e vedo che ai 2 orari arrivano sti 2 miei amici su un bravo scassato risalente al medioevo carico all'inverosimile 
. scendono, mi dicono che hanno risolto il problema dell'esca. tirano fuori un secchiello con dei pezzi di polenta. l'acqua e' calata un po' ed e' limpida, si vede quello che succede sotto. il nostro bersaglio passa, va oltre la buchetta, e si fa un giretto un po' avanti. ne approfittiamo, polenta sull'amo e 2 pezzi per pasturare, caliamo l'amo cercando di non fare tanto casino. apriamo l'archetto, corriamo indietro una 20 ina di metri, uno dei 2 "motorizzati" resta nascosto a pochi m dall'esca per vedere se la carpa si avvicina, e si tiene il secchiello per gettare un po' di polenta ogni tanto. non ne abbiamo tantissima, non possiamo sprecarla.passano 2 ore, e la calura della pianura veneta si fa sentire. stiamo sgrondando, stiamo sudando e imprecando, quando ci arriva il segnale: la "nostra" amica e' tornata, e' in zona!!! si avvicina all'amo, mangia una palla di polenta, si avvicina all'altra... la mette in bocca, la sputa e corre via!!! e' scappata, se ne e' tornata avanti!!! e li parte il coro di imprecazioni. il ragazzo che teneva la canna (il "padrone di casa"), che era vicino a me, si alza di colpo, recupera tutto il filo, toglie la polenta dall'amo, corre da quello che ci faceva i segnali, prende il secchio cavando una bestemmia secca e butta tutta la polenta in acqua, a pochi m dalla buca!!! lo guardiamo allibiti mentre continua a tirare insulti contro tutto e tutti, soprattutto contro la moralita' della madre del ciprinide oggetto delle nostre attenzioni. ad un certo punto si gira di colpo, prende una pannocchia ancora un po' "verde", stacca qualche chicco, li attacca all'amo e lancia. e' la mossa giusta: dopo mezz'ora abbondante il pinnuto torna... e mangia! la canna si piega, il ragazzo ferra, c'e'!!!! dalla vedetta si leva un urlo: "rainaaaaaaa!!!" (cioe' la carpa "regina" in veneto)
inizia la lotta, e il pess si rivela molto piu' forte del previsto. data la scarsita' dell'attrezzatura la carpa porta via parecchio filo, e ci tocca correrle dietro con canna e guadino in mano lungo l'argine. 200 m e svariati insulti dopo, ecco l'imprevisto: siamo troppo vicini a una delle pompe per l'acqua, la carpa rischia di venire risucchiata e finirci dentro; totale, finirebbe a pezzi lei e il finale, e soprattutto il nostro sogno di prenderla. non se ne parla proprio!!! non abbiamo intenzione di perderla adesso, tanto meno in un modo cosi' stupido e brutale.
momenti di sudore freddo, nonostante l'afa. il pesciaccio non cede, e neppure noi. il ragazzo si inc***a ulteriormente (gia' lo era parecchio), e chiude l'antiritorno. inizia il tiro alla fune: 5 minuti di battaglia serrata, ma finalmente viene nel senso giusto.
finalmente il bestione e' sottoriva, prendo il guadino: non ho mai guadinato nulla di simile. si avvicina alla rete, ennesima fuga!! sentiamo il filo che fischia, e per poco non rompiamo tutto. ma e' solo un attimo: subito dopo me la riportano a tiro, lei fa un'altra piccola fuga, e al 3o giro finisce dentro. tiro su, e metto a terra il pess. proprio un gran bel pess, dopo la fatica, un gran bel premio. la ammiriamo stupefatti, e' molto grossa, credo quasi 6 kg. e' allamata piuttosto esterna, niente danni evidenti. ce la coccoliamo e rigiriamo. bella... il trionfo di una battaglia
rilasciare il pesce? a dire il vero, all'epoca nessuno di noi era un convinto nokillista. semplicemente, se lo mangiavamo e ci andava, ce lo portavamo a casa. se no, liberavamo. ci guardiamo senza dire niente. non sappiamo perche', e non saprei dirlo tuttora, ma lo prendiamo. lo mettiamo in acqua e lo lasciamo andare, nel silenzio piu' completo. lenta e maestosa, la regina delle acqua se ne va. abbiamo vinto, o forse ha vinto lei nel "convincere" a lasciarla andare, non lo so. smontiamo tutto, ritorniamo alla bici e al motorino. vediamo i carassi che si avventano sulla polenta gettata prima. ma non ce ne frega nulla. torniamo verso casa senza dire nulla, nel silenzio, ma felici.
quella carpa l'abbiamo vista ancora alcune volte, a volte ci passava sotto le gambe mentre pescavamo rivolti ad altro... non so, forse si e' ricordata di noi o voleva mostrarsi ancora nella sua imponenza
dopo qualche tempo e' stata catturata e mangiata da un vecchio 
, ormai c'eravamo affezionati, era un po' il "nostro" pess. a me resta solo il ricordo di una settimana di sangue, e di una pescata indimenticabile... come ci siamo detti qualche giorno dopo, stappandoci una lattina insieme, "nella speranza che sia la prima di una lunga serie"
